In questa giornata internazionale dei diritti della donna non possiamo non ricordare come la pandemia che ha colpito tutta la società, ha avuto contraccolpi impressionanti sull’economia, sull’occupazione, sul drastico aumento della platea dei poveri, ma anche sull’acuirsi delle
diseguaglianze tra uomini e donne.
L’impatto del virus sull’occupazione e sulla situazione economica e sociale delle donne ha quasi annullato i lenti e limitati progressi raggiunti negli ultimi anni in materia di uguaglianza di genere e diritti delle donne. Questo fenomeno, a cui è stato dato il nome di
"Shecession” per sottolineare il maggiore impatto della crisi sull’occupazione e le prospettive di impiego delle lavoratrici, ampiamente documentato in tutto il mondo, è particolarmente evidente e grave nella situazione italiana, che vede le donne, vittime della segregazione orizzontale, sovra rappresentate nei settori colpiti maggiormente dalla crisi, come il settore dei servizi e del turismo. Ma come ben sappiamo le differenze tra uomini e donne non riguardano solo le minori possibilità occupazionali, ma anche i salari, i redditi, il differente accesso all’istruzione e le violenze domestiche, che sono letteralmente esplose durante il lockdown, che ha costretto le donne chiuse in casa con il loro maltrattante (fenomeno definito dalle Nazioni Unite “pandemia ombra” proprio per sottolinearne l’impatto devastante).
Lo smart working, che durante il lockdown è stato vissuto improvvisamente da otto milioni di italiani e italiane, ha stravolto la routine lavorativa ma non ha scardinato i ruoli in famiglia; anzi li ha rafforzati.
Sulle donne si è infatti riversato un carico di lavoro extra, oneroso e complicato: lavoratrici, nuovamente casalinghe e mamme a tempo pieno con le scuole chiuse e la didattica a distanza e con il rischio che passi il messaggio che lavorare da casa sia una “modalità da donne”, cristallizzando e consolidando i vecchi stereotipi relativi ai ruoli di uomini e donne nel lavoro, nella società e nella famiglia.
La lotta alle disuguaglianze è un elemento indispensabile per una crescita sostenibile; ecco perché è necessario puntare sulla parità di genere, su un piano straordinario per l’occupazione femminile, sul rispetto delle differenze, sulla partecipazione e condivisione della vita pubblica e di quella relazionale e affettiva. Il lavoro delle donne non deve essere visto come una questione femminile di conciliazione tra vita e lavoro, ma come il motore di sviluppo economico, produttivo, tecnologico, strutturale e sociale per tutto il paese.
Ora le risorse e gli strumenti messi in campo dall’Unione Europea sono una straordinaria opportunità per una ripartenza che tenga conto di una prospettiva integrata tra salute, economia, società, famiglia e scuola. Le linee guida della Commissione Europea impongono una trasversalità dell’approccio di genere nell’individuazione, costruzione e valutazione delle politiche inserite nei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza; tutte le missioni inserite nei PNRR devono infatti essere valutate in base al loro effetto sull’occupazione femminile.
Abbiamo un’occasione che non può essere sprecata per trasformare questo periodo storico così terribile in un’occasione per capire che “le questioni di genere” non sono “questioni di una parte”, ma uno strumento di rilancio dell'intera società.
8. März 2021: Covid ist auch eine Geschlechterfrage.
Die Pandemie hat die gesamte Gesellschaft getroffen, mit schwerwiegenden Folgen für die Wirtschaft und die Arbeitswelt, und hat zu einer Zunahme der Armut geführt. Sie hat aber auch die Ungleichheiten zwischen Männern und Frauen verschärft. Dies möchten wir anlässlich des Internationalen Frauentags thematisieren.
Die Folgen der Coronakrise auf Wirtschaft und Beschäftigung haben die wenigen Fortschritte, die in den letzten Jahren in Bezug auf die Gleichstellung der Geschlechter und die Frauenrechte erzielt wurden, großteils zunichte gemacht. Dieses Phänomen heißt "Shecession",
um zu unterstreichen, dass die Covid - Krise auf die Beschäftigung und die Beschäftigungsaussichten von Frauen noch größere Auswirkungen hat.
Besonders offensichtlich und schwerwiegend sind diese in Italien, und zwar in den besonders krisengebeutelten Branchen wie dem Tourismus und dem Dienstleistungsbereich, in denen die Frauen über durchschnittlich präsent sind.
Die Unterschiede zwischen Männern und Frauen liegen nicht nur in den geringeren Beschäftigungsmöglichkeiten, sondern betreffen
auch die Entlohnungen, die Einkommen, den unterschiedlichen Zugang zu Bildung und die häusliche Gewalt, die während des Lockdowns buchstäblich explodiert ist, als die Frauen zuhause bleiben mussten – mit den Tätern. Dieses Phänomen wird von den
Vereinten Nationen als "Schatten - Pandemie" definiert, um seine verheerenden Auswirkungen zu unterstreichen.
Acht Millionen Arbeitnehmer innen und Arbeitnehmer in Italien haben während des Lockdowns ihre Arbeitsleistung über Smart Working
erbracht. Dieses Arbeitsmodell war zwar ein Bruch in der Arbeitsroutine, hat aber die Rollen in der Familie nicht verändert, im Gegenteil, es hat sie gefestigt. Die Frauen haben eine Reihe von Zusatzbelastungen geschultert: Berufstätige Mütter waren angesichts geschlossener Schulen wieder Vollzeith ausfrauen und - Mütter.
Das Risiko ist dabei, dass Arbeiten von zuhause als etwas frauentypisches wahrgenommen wird, und somit das alte Rollenbild des Mannes und der Frau in der Arbeitswelt, in der Gesellschaft und in der Familie untermauert.
Die Bekämpfung von Ungleichheiten ist eine unverzichtbare Voraussetzung für ein nachhaltiges Wachstum. Deshalb ist es wichtig, auf
die Gleichstellung der Geschlechter, auf einen außerordentlichen Beschäftigungsplan für Frauen, auf die Achtung von Unterschieden
und auf die gleichberechtigte Teilhabe von Frauen in der Gesellschaft zu setzen.
Frauenarbeit darf nicht als ein frauenspezifisches Problem der Vereinbarkeit von Arbeit und Privatleben gesehen werden, sondern vielmehr als Antrieb der wirtschaftlichen, technologischen und sozialen Entwicklung des Landes. Die von der EU zur Verfügung gestellten
Ressourcen und Instrumente stellen eine große Chance für einen Neustart dar, in dem Gesundheit, Wirtschaft Gesellschaft, Familie und Schule mit berücksichtigt werden. Die Leitlinien der Europäischen Kommission schreiben einen gesellschafts - und bereichsübergreifenden Gender - Ansatz bei der Ermittlung, der Entwicklung und der Bewertung der indennationalen Aufbau - und Resilienzplänen enthaltenen Maßnahmen vor. Die Schwerpunkte des Plans müssen auf grund ihrer Auswirkungen auf die Frauen
eschäftigung bewertet werden.
Wir können diese so schwierige Phase nutzen, um uns bewusst zu machen, dass Geschlechterfragen keine „Anliegen einer Seite“ sind,
sondern ein Instrument für die Weiterentwicklung der gesamten Gesellschaft. Diese Gelegenheit sollten wir nicht verpassen.
Per i Coordinamenti Donne | Für die Frauengruppen
Doriana Pavanello (CGIL/AGB)
Donatella Califano (SGBCISL)
Laura Senesi (UIL-SGK)
335 7841277
335 1227169
339 7435131